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Adam the climber: questo il titolo della biografia di Adam Ondra, la prima e l’unica, edita da Versante Sud. Il libro è stato presentato durante il Sales Meeting Internazionale di La Sportiva, tenutosi il 7 novembre all’Heliks Kletterzentrum, la palestra di arrampicata di 2500 metri quadrati di Brunico. La redazione di Outdoor Magazine era presente: abbiamo colto l’occasione per fare due parole con gli autori del libro, il duo Adam Ondra e Pietro Dal Prà.

Il più grande

Immaginate di essere la prima persona nella storia a scalare un 9c. Immaginate di eccellere su tutti i monotiri più duri della terra, sulle vie più lunghe e impegnative, nel boulder e nella scalata indoor. Di essere i primi a vincere il Campionato del mondo e la Coppa del mondo sia Lead che Boulder. E avrete immaginato solo una parte del talento e dell’ecletticità di Adam Ondra.

Il climber ceco non ha nemmeno bisogno di soprannomi. Ondra è un’entità a sé stante, una certezza per il presente e per futuro. Un atleta di quelli che alzano le asticelle, sempre di più, spingendo in questo modo i limiti di tutti verso una più profonda realizzazione. Non per niente ha vinto l'”Oscar dell’arrampicata”, il Salewa Rock Award, per ben cinque volte. Il premio del 2011 è stato accompagnato dalla motivazione: “Per la capacità di alzare continuamente il livello dell’arrampicata superando se stesso e facendo sognare tutti i climber.”

E di sogni Ondra sogni ne ha avuti per tutti, culminati – per ora – nel suo capolavoro silenzioso del 2017: Silence, il primo 9c della storia, chiuso nella falesia di Flatanger, in Norvegia. Assordante nel suo talento, una volta arrivato in catena Ondra non è nemmeno riuscito a urlare.

Adam the climber

A differenza delle sue scalate, la biografia di Ondra è un’opera a quattro mani. Pietro Dal Prà lo ha infatti accompagnato in quest’avventura su carta, scrivendo con lui in perfetta sintonia. D’altronde, Dal Prà lo ha tenuto a battesimo nelle sue prime vie in parete come guida, ne ha seguito da amico l’evoluzione atletica e tuttora partecipa ai suoi balzi oltre l’immaginabile. Tra i due campioni vi sono sicuramente delle caratteristiche comuni: prime fra tutte, una spiccata sensibilità e l’attenzione ai dettagli, riguardino questi loro stessi, la roccia o le altre persone.

Pietro Dal Prà e Adam Ondra in Madagascar nel 2010

Attraverso salite memorabili e tappe fondamentali della carriera sportiva di Ondra, il libro ci svela la cultura, le inclinazioni, i gusti e il modo di vivere l’arrampicata di questo incredibile climber. Il testo nasce dalla profonda amicizia che lega i due autori. Questa non si è persa nel tempo e il valore di quest’opera risiede proprio in questo. Non una fredda cronaca, ma un vivo racconto della grane passione per la verticale.

Parla Pietro Dal Prà

In occasione del Sales Meeting, abbiamo chiesto a Pietro Dal Prà di parlarci del processo. L’idea è nata da Roberto Cappucciati, di Versante Sud, che gli ha telefonato proponendogli di scrivere una biografia di Ondra perché suo amico. Ma poi, cos’è successo?

Pietro Dal Prà

“Subito ho detto, ma neanche per idea! A me piace arrampicare, non ce la faccio” ha raccontato Dal Prà. “Però dopo qualche giorno ho cambiato idea. Non potevo perdere un’occasione così. Mi piace ingaggiarmi in cose diverse, in ambiti diversi. Ho sempre amato l’ecletticismo delle persone. Non essendo uno scrittore, sapevo che sarebbe stata un po’ una prova ed ero anche consapevole che ci avrei dovuto dedicare almeno un anno di vita.
Il lato della scrittura dopotutto  è stato facile – ma scrivere di un altro è molto difficile. Non è un’intervista, nella quale registri, sbobini e scrivi sugli appunti. Devi mangiare tutte quelle cose lì. Digerirle, farle tue. Capire e vivere quello che l’altra persona vuole mettere in risalto. Si tratta di una parte della vita di qualcun altro che deve diventare tua. Poi Adam e io condividiamo molte cose: lui non ha vissuto un’infanzia molto diversa dalla mia anche se sono nato vent’anni prima di lui in Italia e lui in Repubblica Ceca nel 1993. La cultura è la stessa: impegno, famiglia, l’essere determinati e mettere il focus su un progetto, su un sogno.

Penso ci leghi soprattutto il fatto che Adam sia diventato quello che è diventato perché i suoi prima di tutto erano alpinisti, non arrampicatori. La cultura che ha assorbito l’ha presa da un ambiente alpinistico. Un’arrampicata che non era ancora sportiva, esattamente come la mia, che ho iniziato con la montagna, poi sono passato all’arrampicata che era ancora quella “libera”, il free climbing.”

L’intervista completa ad Adam Ondra e Pietro Dal Prà sarà disponibile sui prossimi numeri di Outdoor Magazine. Stay tuned!