
La paraclimber francese Solenne Piret, atleta del team Scarpa, ha chiuso Sombre Héros, la sua prima cascata di ghiaccio da capocordata a Ceillac.
Solenne Piret
Nata senza avambraccio destro, la paraclimber francese Solenne Piret, sponsorizzata Scarpa e Petzl, non si è mai fatta fermare da questa mancanza. Il suo talento e la sua ambizione di mettersi alla prova nel mondo verticale l’hanno portata prima all’arrampicata e poi alle cascate di ghiaccio. Così, il 7 febbraio ha chiuso in lead la cascata Sombre Héros, a Ceillac, gradata 5, per tre tiri e circa 100 metri di sviluppo.
“Molti mi chiedono come posso scalare su ghiaccio senza l’avambraccio destro, se arrampico con una piccozza sola. Semplicemente, arrampico con le due piccozze, e utilizzo la destra con il gomito. Non posso colpire veramente il ghiaccio con questa, ovviamente, così cerco semplicemente degli appigli. Se il ghiaccio è troppo compatto e non riesco, sposto la piccozza destra alla sinistra. A volte è molto difficile, ma decisamente stimolante” ha scritto l’atleta sul suo profilo Instagram.
Onde de Choc
La francese ha iniziato ad arrampicare da bambina; poi, ha smesso per circa dieci anni per riprendere nel 2017. I suoi rapidissimi progressi l’hanno portata a diventare campionessa del mondo di paraclimbing in categoria AU2 per due volte di fila, nel 2018 e nel 2019.
A settembre 2020 ha scalato il suo primo 7b su roccia: La faim du tigre, a Fontainbleu, nella foresta nei pressi della capitale francese. Successo seguito dal più classico dei blocchi di Fontainbleu,Onde de Choc, sempre 7b, che ha chiuso nel gennaio 2021. Per via delle sue prese svase, molto più complesse da gestire per l’atleta, questo secondo blocco ha portato l’arrampicata di Piret a un altro livello. Ne sono emerse la sua dedizione e determinazione, più che mai.
“L’arrampicata mi dà molto ogni giorno” ha spiegato Piret. “Penso che la cosa più importante sia stata l’accettazione del mio corpo. Avevo preso l’abitudine di nascondere il mio essere diversa per stare tranquilla, per non confrontarmi con lo sguardo degli altri.
Ma in arrampicata non si può imbrogliare, non ci si può nascondere. Non ci si confronta tanto con lo sguardo degli altri: piuttosto, ci confrontiamo con il nostro stesso sguardo. Non c’è giudizio – le prese e la roccia non giudicano. In questo modo ho imparato a essere tollerante ed esigente con me al tempo stesso.”
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