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Il nuovo film di PatagoniaThe High Life” racconta la storia di una famiglia che vive, con due bambini piccoli, nel rifugio Charpoua sopra la valle di Chamonix.

Il Refuge de la Charpoua

Otto anni fa Sarah Cartier, una giovane donna di Chamonix che desiderava mettersi in proprio, decise di prendere in gestione un luogo decisamente sperduto. Si trattava del Refuge de la Charpoua. Il nuovo film di Patagonia, “The High Life“, racconta la storia della rifugista.

 

Il Charpoua è uno storico rifugio costruito nel 1904 dai membri del Club Alpino di Chamonix, che trasportarono sulla schiena le tavole di pino necessarie fino a 2841 mt. d’altitudine.
Tappa imprescindibile per gli alpinisti che scalano le leggendarie vette dei Drus, è punto di partenza e di arrivo di molti grandi percorsi di montagna e di impegnative scalate moderne. Può essere raggiunto solo dopo una lunga salita dalla stazione ferroviaria di Montenvers.
L’ascesa non è banale: si devono affrontare scale molto ripide, traversate di ghiacciai e morene instabili. Non è decisamente un rifugio per turisti. Solo alpinisti esperti ed escursionisti determinati riescono a varcarne la soglia.

Il rifugio in sé è composto da una sola stanza. Da un lato è una cucina, con il suo tavolo di legno centenario, e dall’altro ci sono due separé di legno che dividono circa dodici letti a castello. Tutto è intelligentemente incastrato in modo da non sprecare nemmeno un centimetro di spaio e per far sì che gli alpinisti siano il più comodi possibile.
Le dimensioni limitate possono garantire o calore umano o mancanza di privacy: questo dipende dalle capacità dei rifugisti.

Sarah

Sarah, ormai storica rifugista del Charpoua, decise nel 2014 di occuparsi da sola di questo luogo. Così, da quell’anno, ogni estate da metà giugno a fine agosto offre vitto e alloggio agli alpinisti. Fornisce anche informazioni, supervisiona le loro scalate ed è pronta a offrire i primi soccorsi in caso di necessità.
La rifugista non ha mai pensato di dover abbandonare il rifugio per avere una famiglia, o di lasciare la sua famiglia per gestire il rifugio. Così, fin da subito ha portato i suoi due bambini in alta quota. Insieme al suo compagno Noé, ha trovato un modo per conciliare la vita di famiglia con l’alta montagna.

Armand e Camille

Cosa significa occuparsi di questo rifugio centenario con due bambini piccoli?

Con la presenza di Armand e Camille, la vita del rifugio si è adattata, e anche lo spazio ha subito qualche piccola modifica. Alcune reti sono state messe intorno alla terrazza in modo da prevenire incidenti e una minuscola camera in legno è stata aggiunta all’edificio principale – Costruita da Noé, e portata al Charpoua in elicottero.
Durante l’estate 2022, Armand, tre anni, è tornato per un’altra estate e Camille, dieci mesi, ha fatto la sua prima esperienza al Charpoua. Una notevole capacità d’improvvisazione è stata necessaria – ma nessuno ormai può resistere agli scherzi di Armand nel suo pigiama e nemmeno ai grandi sorrisi di Camille. Alcuni degli alpinisti si trasformano volentieri in babysitter improvvisati se ce ne è bisogno durante la preparazione della cena.

Per Sarah, quindi, vivere con i suoi figli lassù rappresenta esattamente quello che dovrebbe: la sensazione di libertà che continua a farla tornare al Charpoua ogni estate, da otto anni.

“Avere i miei figli qui ha favorito un nuovo equilibrio delle relazioni” commenta Sarah. “Quando alcuni degli alpinisti si rendono conto che sto crescendo i miei figli qui da sola, dicono che in confronto scalare Les Drus non è poi così difficile.

Purtroppo, l’estate 2022 è stata l’ultima che Sarah e i suoi figli hanno passato lì, almeno per il momento: il rifugio necessita una ristrutturazione totale, a causa del legno delle travi di fondamenta che ha iniziato a marcire. Il Charpoua sarà ricostruito esattamente delle stesse dimensioni e con gli stessi posti letto, ma con una disposizione più confortevole per i guardiani.

Molte persone mi hanno criticata, all’inizio, dicendo che quello che stavo facendo fosse troppo per i bambini. Ma si tratta soltanto di adattarsi: e se lo fai mentre stai facendo quello che più ami, non può che funzionare al meglio.”

The High Life” di Patagonia è disponibile qui.