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Un brand con un importante background nel mercato dell’outdoor che si è affermato anche un altro mercato, quello del work and safety. Un segmento più giovane che prende ispirazione dall’industria sportiva in cui la performance è al centro di tutto, soprattutto delle richieste dei consumatori sempre più maturi. Ma se nel settore outdoor Vibram rientra naturalmente nell’immaginario comune come imprescindibile per praticare sport in sicurezza, in quello del lavoro il percorso di consapevolezza dell’utilizzatore sulla differenza tra scarpe con o senza suola in gomma, è ancora nel pieno del suo compimento (seppur la crescita continua del brand negli ultimi anni dimostri che siamo sulla buona strada). E i principali attori di questa evoluzione potrebbero essere proprio loro, gli outdoor addicted, per i quali è più facile percepire l’importanza nella scelta di materiali che garantiscano un prodotto di alta qualità e ne motivino il prezzo.

Per entrare nel vivo di questo mercato e del ruolo di Vibram, abbiamo chiesto l’aiuto a Vincenzo Milani, sales manager del segmento work and safety e Annalaura Gatto, Vibram marketing manager Emea che ci hanno raccontato una storia appassionante, condotto passo passo in questo segmento che si intreccia con quello dell’outdoor e che oggi, per Vibram, rappresenta un potenziale di crescita.

La storia

Com’ è nata la scarpa da lavoro? L’introduzione della calzatura vera e propria da work and safety in Europa è segnata dall’approvazione della direttiva numero 686 del 1989 che introduce l’obbligo del dispositivo di protezione individuale sul luogo di lavoro qualunque esso sia (casco, occhiali, scarpe). Non era quindi più possibile utilizzare, come accadeva nei primi anni del ‘900, quella da outdoor ma era richiesto un modello che rispondesse a specifiche direttive e standard. Un obbligo percepito inizialmente come inutile e per il quale le persone erano disposte a spendere molto poco.

Qual è stata la sua evoluzione? Appena nate erano calzature molto basiche, simili tra loro, tutte nere, con poca attenzione alle prestazioni e al comfort. Successivamente il mercato si è evoluto grazie alla richiesta di certificazioni più stringenti e alla necessità dei lavoratori di indossare un prodotto qualitativamente alto e confortevole. Agli inizi degli Anni ’90 finalmente si è affermata la necessità di applicare suole in gomma alle calzature da lavoro, sia per soddisfare requisiti di sicurezza che per rendere consapevole il lavoratore circa la sua incolumità, aprendo così lo spazio nel mercato per un prodotto con prezzo e posizionamento medio-alto. A questo punto i brand i top player dovevano rivolgersi a Vibram che non ha competitor in questo senso. La nostra strategia in Europa è stata quella di avere delle partnership per ogni nazione con i principali leader di tale mercato, tra i quali anche brand outdoor che producono entrambe le tipologie di calzature come Lowa, Diadora e Timberland.

L’articolo completo a pagina 38 di Outdoor Magazine 05