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Scialpinismo uber alles. Questo settore, considerato fino a poco tempo fa una nicchia di mercato, questo inverno ha vissuto la sua epifania, con tanti neofiti che si sono avvicinati al mondo delle pelli e degli attacchini. La notizia, per noi dell’ambiente outdoor, non rappresenta in sé un qualcosa di non sentito. La grande novità sta nel fatto che oggi il mondo del fuoripista è diventato argomento di un pubblico allargato e una stampa più generalista, visto che anche Il Post ha dedicato un accurato servizio sul fenomeno con un interessante articolo redatto dal giornalista Gabriele Gargantini.

A sostegno della sua tesi, ovvero che questo periodo di pandemia e di impianti chiusi abbia giocato un ruolo cruciale per lo scialpinismo, è intervenuto anche il direttore di Sport Press Benedetto Sironi.

Sia per l’Italia che per l’Europa è difficile avere numeri precisi, ma che di certo da ormai diversi mesi sono in crescita sia gli atleti che i normali praticanti di scialpinismo. Negli ultimi dieci anni c’è stata una progressiva crescita nell’ordine del 5/1o% annuo, ma è negli ultimi mesi che, anche grazie alla chiusura degli impianti, c’è stato un vero boom.

Nella sua analisi Gargantini fa una panoramica di cosa sia il mondo dello sci con le pelli, spiegando a un pubblico poco tecnico la genesi di una disciplina più antica dello sci alpino. Viene da sé l’analisi economica, sottolineata dalle parole di Benedikt Böhm, general manager tedesco di Dynafit. “In questa ultima stagione il numero di scialpinisti sulle Alpi è quasi raddoppiato. È arrivata una nuova generazione di scialpinisti composta da persone più rilassate e tra cui si iniziano a vedere anche le famiglie”.

Anche per quanto riguarda le vendite in negozio il discorso è analogo: se fino all’anno scorso in media c’erano circa 16 paia di sci da scialpinismo nei negozi di noleggio sci e circa il 20% dei noleggi italiani disponeva di una quantomeno decente offerta di scialpinismo che comprendesse anche i kit di sicurezza, oggi circa il 70% dei negozianti intervistati dichiarava di aver venduto tutto il materiale da scialpinismo che aveva o quantomeno di avere rimanenze assai scarse.

Un’analisi che, nonostante le premesse dettate da pandemia e restrizioni, fa sorridere tutto il settore. Per leggere l’articolo integrale, clicca qui.