
I tre punti chiavi su cui retailer e brand, nell’era post pandemia, dovranno puntare per intercettare i nuovi consumatori sono condivisione dei valori, personalizzazione e creazione di esperienze positive. Questi utenti, infatti, sono più consapevoli e responsabili, convinti sostenitori di uno slow shopping che vede come vitale la comunità di appartenenza ma, al contempo, dipendenti dalle tecnologie digitali che rendono la shopping experience indipendente.
Questo scenario, molto articolato e oggi più che mai in continuo movimento, è stato analizzato nel live talk “The Future Shopper” del palinsesto di Expo Riva Schuh e Gardabags, che ha visto come protagonisti il ceo di Diomedea Enrico Cietta, il senior consultant di WSGN Maria Eugenia Errobidarte, l’associate professor of practice of channel & retail Karin Zaghi e la direttrice del Fashion, Design & Experience Management Master di SDA Bocconi Emanuela Prandelli.
Ciò che è emerso ha tutto l’aspetto di una sfida alla quale gli attori del mercato sono chiamati a rispondere in maniera sempre più autorevole e, soprattutto, puntando su quei valori che non si esauriscono in un semplice storytelling, ma che diventano fortemente connotanti e si traducono in azioni destinate al successo. Un atteggiamento propositivo cui, a fianco della sostenibilità del prodotto, vanno di pari passo responsabilità sociale e rispetto delle persone e della comunità.
Sempre trattando di consumo responsabile, nel corso del dibattito si è imposto anche il ruolo di primo piano del second hand, un mercato che si prevede deterrà, nel 2030, una quota del 15% dei consumi e che costituisce per i brand una opportunità di entry point al mercato primario.
Il successo del retail nell’intercettare i consumatori del futuro, inoltre, dovrà basarsi sulla personalizzazione di prodotti e servizi, per offrire un’esperienza di shopping quanto più esclusiva possibile. Quindi sarà necessario ingaggiare con il consumatore un dialogo completamente targettizzato, offrire una esperienza carica di valori emotivi, puntare alla fidelizzazione e sul valore emotivo dell’acquisto. Tutti punti derivanti e influenzati dalle tecnologie digitali.
Il periodo che stiamo vivendo, poi, ha portato in primo piano il cambiamento delle abitudini di consumo, destinate a rimanere immutate nel tempo, in cui quel corredo di tecnologia digitale in grado di assicurare al contempo performance e sicurezza farà sempre più la differenza nei punti di vendita fisici. Questi, per rimanere competitivi, dovranno essere integrati con il canale online e suscitare un atteggiamento positivo nel consumatore, che passerà da soluzioni di intrattenimento come i dreamscapes a relazioni personali più mirate direttamente sul punto vendita.
(Credits foto © Jacopo Salvi)
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