
Anche il governatore della regione Veneto Luca Zaia, che sabato pomeriggio aveva già firmato l’ordinanza per la riapertura degli impianti sciistici a partire da mercoledì 17, denuncia a gran voce l’agire del governo che, a un giorno dalla data ufficiale che era stata fissata per lunedì 15, ha fatto marcia indietro. A dirla tutta Zaia ha parlato di sole quattro ore perchè, almeno per Lombardia e Piemonte, gli impianti che lavorano anche in notturna avrebbero già potuto aprire dalla mezzanotte e un minuto. Forse una dichiarazione un po’ “tirata”, quella del governatore del Veneto ma, tutto sommato, veritiera.
Per quanto riguarda il Veneto il danno, così ha affermato in una delle tante interviste, è colossale. Il turismo rappresenta la prima industria della regione: 18 miliardi su 160 di Pil regionale. “Non ci sono parole per descrivere la rabbia, motivata, degli operatori“, ha affermato. “Non parlo solamente dell’industria dello sci e degli impianti, ma anche di tutte le grandi e piccole realtà che ruotano loro attorno: maestri di sci, bar, ristoranti, alberghi, negozi, oltre a tutte quelle persone che lavorano come stagionali e che si erano già trasferite in montagna per iniziare (finalmente!) a lavorare”.
Zaia ha dichiarato chiaramente di non volersi sostituire alla scienza, tanto meno al Cts, ma si appella al buon senso. “Non voglio dire, data l’aggressività della variante inglese, che la scelta presa dal governo sia del tutto sbagliata, ma certamente si poteva agire in anticipo al fine di tutelare l’economia, visto che non è certo un giorno che si parla di questa nuova variante. Il danno è immane, per questo i ristori non bastano più: qualcuno dovrà risarcire i danni di chi si era già organizzato per la ripartenza”.
Commenti