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La voce del Pool Sci Italia si unisce a quella dei rappresentanti della montagna bianca a commentare la decisione presa dal Ministero della Salute di non consentire l’apertura degli impianti il 15 febbraio, come era previsto. In occasione dei Mondiali di Cortina 2021 abbiamo incontrato Corrado Macciò, presidente del Pool. Qui le sue dichiarazioni in esclusiva per noi.

“Il Pool non prende una posizione perché non è un’associazione di categoria, la posizione la sta prendendo Assosport che rappresenta tutte le pedine della filiera ed è giusto che siano loro a far sentire la voce di tutti i protagonisti del mondo neve”.

“Il punto di vista dell’azienda secondo me poco cambia a livello di business: anche se avessero aperto ci sarebbe stata sì qualche vendita in più, ma il disastro generale è ormai irrecuperabile. Ormai la stagione 20/21 ce la portiamo a casa con una stima di valore della stagione pari al 20-30% di quello che abbiamo fatturato nel 2019. Quindi una perdita pari al 70/80% rispetto al 2019 di tutto il settore delle aziende a livello di sell in. L’apertura avrebbe messo positività nei nostri clienti e nei negozianti anche in vista dei pagamenti da recuperare, degli ordini da rifare e i magazzini da riassortire per vedere la stagione 21/22 con più serenità in un’ottica di ripartenza. Il fatto grave è più psicologico che sostanziale e che durerà molto. Quello dell’industria è un mondo fatto di anticipazione. C’è bisogno di programmazione per guardare al futuro, anticipare le cose e prepararle prima. Così si fa fatica”.

“Ci sentiamo frastornati più che altro per il metodo perché sul merito non sono in grado di giudicare se quello che hanno detto quelli del Cts sia giusto o sbagliato, non penso sia compito di nessuno. Sono degli esperti che cercano di tutelare il benessere generale e lo stato di salute di tutti. Il metodo non va bene: dirlo la sera prima, quando probabilmente era qualcosa che si sapeva già da qualche giorno, e mettere in grave difficoltà le stazioni di sci che si erano preparate per gli ultimi giorni. Se da una parte tutto il processo di ammodernamento degli impianti e di digitalizzazione è qualcosa di positivo che resterà negli anni a venire, dall’altra invece ci sono quelle spese di preparazione delle piste e di assunzione di personale che non sono costi ma delle vere e proprie perdite. Questo è far buttare via soldi e risorse in una situazione in cui soldi e risorse non ci sono”.