
Il 2021 si apre con la seconda puntata della Carica dei 101 (qui la prima), la tanto attesa inchiesta che, ogni anno, Outdoor Magazine e le altre riviste del gruppo Sport Press realizzano per comprendere l’andamento dei rispettivi mercati sportivi negli ultimi 365 giorni. Un’indagine che sottolinea, una volta di più, l’attenzione che rivolgiamo al negoziante e alle sue necessità, essendo un anello fondamentale della filiera distributiva e attore a cui dare voce in capitolo. Per questo motivo è importante – a maggior ragione nell’anno del Covid – raccogliere il loro punto di vista, ascoltarne le richieste e considerarne i bisogni.
Le domande che abbiamo posto – complessivamente 23 – spaziano dal bilancio complessivo e generale di fine anno all’analisi della stagione estiva e autunno-invernale, per passare al profilo del cliente tipo, l’utilizzo dell’e-commerce e le nuove tendenze. Ma anche la segnalazione dell’aspetto più positivo e negativo e l’utilizzo, oltre al supporto, di prodotti eco-sostenibili, uniti a opportunità, proposte e problematiche riscontrate. Interessanti spunti di riflessione per tutti gli operatori del mercato outdoor.
Qual è il sentimento dei negozianti?
Quasi tutti sono stati concordi nell’affermare che il settore outdoor ha registrato una crescita quasi esponenziale, in particolare nell’attività dello scialpinismo e delle ciaspole. Anche il numero di neofiti e ragazzi giovani che si sono affacciati per la prima volta a queste discipline è aumentato, così come il noleggio di attrezzatura. Questi trend sono tutti accomunati dal forte desiderio delle persone di tornare all’aria aperta, soprattutto in montagna e d’estate (incremento del 40%).
Diversi hanno constatato che i clienti si sono fatti spesso consigliare nell’acquisto (a livello sia tecnico-funzionale che estetico), anche se spesso quelli nuovi hanno riscontrato maggiori difficoltà nel comprendere quali abbigliamento o equipaggiamento fossero più congeniali alle loro esigenze. È stato anche accertato da alcuni che, alla fine, la variante prezzo continua a rimanere determinante nella scelte d’acquisto dei clienti.
Dal punto di vista dei fornitori, invece, si è notato un maggior supporto da parte delle aziende, con aiuti nei pagamenti e possibilità di rendere la merce invenduta. Il negozio tecnico, invece, rimane sempre un valore su cui poter contare e far presa per acquisire nuovi consumatori. In alcuni casi si è rilevato un aumento dello shop online o direttamente l’inaugurazione del proprio e-commerce, avendo il tempo libero necessario da dedicargli per la realizzazione.
I negozi specializzati in sci alpino hanno subìto perdite fino al 90% rispetto al 2019, che però è stato, al contrario, un vantaggio per i punti vendita qualificati su altre discipline. Alcuni hanno dovuto affrontare problemi legati allo smaltimento del magazzino, mentre altri riscontrano ancora oggi difficoltà nell’effettuare la programmazione degli ordini per le prossime stagioni e altri ancora hanno risentito della mancanza degli eventi in cui venivano realizzati test di gruppo. In molti concordano nel farsi trovare pronti nel momento in cui la situazione d’emergenza finirà.
Trovate la seconda puntata dell’inchiesta sul n. 01 di Outdoor Magazine, la prima direttamente qui.
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