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Isolamento, quarantena, stazioni sciistiche chiuse e molti altri ostacoli. Le misure imposte dai vari Paesi per limitare il contagio della pandemia hanno colpito duramente gli sport invernali, ma nonostante ciò – o forse proprio a causa di ciò – lo scialpinismo sta vivendo un boom. Un fatto che era già stato previsto a inizio stagione e che al momento coinvolge soprattutto gli appassionati intenti a risalire le piste e i suoi dintorni (quando permesso dal comprensorio). Ma quanto continuerà questa tendenza? Perdurerà o si tornerà alla situazione pre-Covid? L’analisi di Ispo.

Alcuni produttori come Movement, Völkl e Dynafit ritengono non si tratti di un fuoco di paglia innescato dalla mancanza di alternative, ma un’espansione con un potenziale a lungo termine iniziato molto prima del Covid e che solo adesso sta vivendo una crescita esplosiva. Della stessa idea anche i gestori di funivie e impianti di risalita, che ritengono quella attuale una situazione non nuova, bensì esattamente il contrario: un trend che si sta sviluppando da anni, in particolare verso una disciplina ancora giovane come lo ski touring attorno alle piste, e in cui anche ciaspole e slittino stanno acquisendo sempre più importanza.

I vantaggi di praticare skialp risalendo le piste sono evidenti in termini di sicurezza. Per molti atleti questo tipo di escursioni sono diventate da tempo un sostituto della palestra: un allenamento rapido ed efficace in piena montagna quale è lo skifitness, una disciplina a sé stante dallo scialpinismo.

In alcune nazioni europee si tratta di un’attività consentita da anni nella maggior parte dei comprensori sciistici del Paese. In Italia invece gli esempi sono ancora pochi (anche se quest’anno aumentati), dato che il blocco della riapertura degli impianti ha funto da catalizzatore in questo senso.

Lo scialpinismo su piste e percorsi segnalati è qui per restare e aumenterà. Per questo motivo sono necessari concetti validi e contemporanei e, secondo me, imporre dei divieti non è lungimirante”, afferma il ceo di Dynafit Benedikt Böhm, che vede la nascita di un mercato ibrido tra lo sci alpino e lo scialpinismo. Idea simile a quella espressa dall’amministratore delegato de La Sportiva Lorenzo Delladio.

Il prossimo obiettivo adesso dovrebbe essere quello di sviluppare consapevolmente nuovi modelli di business, con l’aiuto dei gestori dei comprensori e delle singole regioni, perché si sta formando un nuovo potenziale gruppo di appassionati che, una volta “tornati alla normalità”, si riverserà poi con più energia sul turismo invernale e i suoi sport. Per esempio si potrebbero realizzare vie di salite marcate appositamente per gli scialpinisti e includere a tutti gli effetti la disciplina tra le attività stagionali, pur facendo contribuire al costo dei servizi che vengono offerti in maniera mirata.

(Photo Credits © Dynafit)