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Ieri, giovedì 21 gennaio, il Comitato tecnico scientifico ha approvato le ultime linee guida del protocollo di sicurezza, che la Conferenza delle regioni e delle province autonome aveva già messo a punto a fine novembre, per garantire la riapertura degli impianti di risalita in totale sicurezza anche ai non atleti. Questo quanto comunicato da Dolomiti Superski, che si dichiara anche pronto a partire il prossimo 15 febbraio, data che al momento risulta essere la prima utile per la messa in moto degli impianti.

“Sulle Dolomiti l’intera filiera turistica era pronta a partire sia a dicembre che dopo l’Epifania, tanto più il 18 gennaio. Purtroppo l’evoluzione dei contagi ha reso chiaro che non c’erano le condizioni per avere il via libera da parte del governo. Ne abbiamo preso atto con senso di responsabilità, anche se con grande rammarico”, afferma il presidente di Dolomiti Superski Andy Varallo. “Sento molti colleghi e operatori della filiera ancora parecchio fiduciosi e determinati a dare comunque inizio alla stagione, anche se molto in là come calendario. Le condizioni di innevamento naturale sono eccezionali, le piste sono in ogni caso state preparate alla perfezione e anche la Pasqua quest’anno cade in un periodo favorevole in termini di calendario. Tutti questi presupposti ci danno motivazione e ci mantengono ottimisti, nei confronti di uno svolgimento dignitoso di quanto rimane dell’inverno in corso”.

Pensieri simili anche per Marco Pappalardo, direttore marketing di Dolomiti Superski: Ci siamo preparati con grande impegno fin dalla scorsa estate per mettere a punto misure operative che minimizzassero i rischi legati ai contagi da Covid-19. Abbiamo collaborato intensamente con le autorità e con il Cts alla elaborazione di un sistema di regole, mettendo sempre al primo posto la sicurezza degli sciatori”. L’approvazione di ieri rappresenta “un passo importantissimo, che consente finalmente di dare certezze e di intravedere la luce in fondo al tunnel.

Tuttavia, nonostante le piste pronte ad accogliere gli sciatori e la quantità copiosa di neve scesa nelle ultime settimane, ci sono ancora alcuni aspetti da tenere in considerazione, che potrebbero creare qualche (altro) intoppo nell’inaugurazione della stagione: innanzitutto, fatti due conti, alcuni comprensori potrebbero decidere di non riaprire e optare per i ristori statali (tranne nel caso della Valle d’Aosta dove gli impianti sono pubblici). Inoltre, la divisione dell’Italia in zone – in atto fin da novembre – non permette lo spostamento in entrata e uscita dalle regioni o provincie autonome, salvo che per motivi di lavoro o salute fino al 15 febbraio. Ma se la situazione epidemiologica dei contagi si dovesse aggravare, la data potrebbe essere posticipata e così gli impianti, anche se aperti, non potrebbero essere raggiunti dalla maggioranza degli appassionati.