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“Troviamo un accordo tra scialpinisti e impiantisti per l’utilizzo delle piste”. Questo l’appello lanciato poco più di due settimane fa da Lorenzo Delladio, ceo La Sportiva, per una possibile apertura e convivenza di due realtà del mondo neve. Una proposta che è stata accolta in Italia e in Francia da diversi comprensori sciistici, chiusi a causa delle limitazioni anti-Covid, per dare nuova vita alla propria attività, anche in vista dell’aumento degli amanti di questa disciplina. Ecco alcuni esempi.

Aprica (Sondrio)

Scialpinismo in notturna? All’Aprica si può. Qui, infatti, la “Baradello” viene battuta, illuminata e aperta agli appassionati nel tardo pomeriggio (dalle 17.30 alle 21) in determinati giorni, fino a fine febbraio. In questo modo, pagando un piccolo contributo (5 euro giornaliero o 50 euro stagionale), non solo ci si può allenare in sicurezza ma anche in un contesto unico, nella pista illuminata più lunga d’Europa.

Bardonecchia (Torino)

Il comprensorio sciistico di Barodnecchia ha deciso di permettere la risalita lungo alcune piste dal 28 dicembre al 6 gennaio negli orari e nei tratti indicati, appositamente per gli appassionati delle pelli. Ha inoltre messo a disposizione due itinerari battuti per la risalita.

Borno-Monte Altissimo (Brescia)

In questo piccolo comprensorio, già parzialmente aperto per gli allenamenti degli atleti, gli scialpinisti possono anche ristorarsi con il servizio d’asporto presso il rifugio del posto.

Val d’Isère e Tignes (Francia)

Due delle località più importanti oltralpe, che condividono un mega-comprensorio che offre piste tra i 1850 m e i 3400 m, quindi con un innevamento molto buono e una stagione sempre lunga.

In Val d’Isère sono stati messe in sicurezza tre piste per gli scialpinisti, con altrettanti livelli di difficoltà (principiante, medio, esperto), adattate anche ai neofiti e alle giornate di meteo incerto o di rischio valanghe.

Anche a Tignes gli amanti delle pelli sono i benvenuti: per loro 15 km di piste battute e aperte per le risalite, con percorsi che spaziano da quota 2.000 m a 2.700 m.

Chamonix (Francia)

Non una novità per Chamonix, che già l’anno scorso aveva tracciato tre itinerari con discesa su pista, aprendone alcune in orari precisi appositamente per gli scialpinisti. Sul sito di Chamoniarde, la società francese che fa prevenzione quotidiana per garantire la sicurezza in montagna, avverte che “le aree sciistiche non sono operative. Proprio come la salita, la discesa non è né sicura, né preparata, né sorvegliata” e per questo si raccomanda di “essere un bravo sciatore” prima di avventurarsi, oltre a ricordare del pericolo dovuto alla libera circolazione delle auto. Si sale “a proprio rischio” tenendo conto che i comprensori, quando sono chiusi, tornano al loro “stato selvaggio”.