
di Benedetto Sironi
No, purtroppo non stiamo parlando del sequel di celebri opere cinematografiche come “La grande scommessa” o “La grande bellezza”. Bensì di un film collettivo, che sta andando in scena proprio mentre abbiamo chiuso questi numeri di Outdoor e Snowbusiness Magazine. In un periodo, tra novembre e dicembre, nel quale di solito la stagione invernale entra nel vivo. Ma questo, si sa, non è un anno normale. E “La grande domanda” è quando e se gli impianti apriranno e le località saranno raggiungibili anche da altre comuni e regioni. Pare ormai assodato che per quest’anno l’avvio della stagione invernale slitterà a gennaio. Sacrificando di fatto, prima volta nella storia, tutto il mese di dicembre, compreso il periodo natalizio e il Capodanno.
Una questione che riguarda milioni di frequentatori della montagna bianca, che pianificano weekend e ferie, partendo dal consueto ponte dell’Immacolata (8 dicembre) che quest’anno, peraltro, cadrebbe di martedì. E che poteva così offrire la prospettiva di una mini vacanza di quattro giorni da sabato con un solo giorno di ferie. Ancor più facile per i milanesi, che il 7 dicembre festeggiano S. Ambrogio. Poi ci sono gli operatori: rifugi, hotel, bar, ristoranti, impiantisti, guide alpine, maestri e scuole sci. Centinaia di migliaia di posti di lavoro, molti stagionali. Oltre a tutta la filiera della sport industry: aziende, agenti, noleggi e negozi. Tecnici e non solo. Perché se mancano i turisti, a soffrirne è tutto l’indotto, non solo le attività specializzate. E non stiamo parlando di noccioline. Ma di qualcosa come 20 miliardi, circa l’1% del PIL nazionale. Numeri ribaditi anche nell’appello dello scorso 25 novembre rivolto al governo da parte delle Regioni Alpine. Ma la questione riguarda anche gli Appennini. Del resto molte valli e località italiane sono caratterizzate da un’economia legata ai flussi turistici. Secondo le Regioni chiudere durante le festività natalizie significherebbe pregiudicare l’intera stagione. Alcuni potrebbero scegliere di non riaprire.
Non va certo dimenticato che la priorità è quella della salute. Siamo pur sempre in una fase complicata, nella quale i contagi da Covid-19 sono ancora numerosi. Ma pare che ci potessero essere le condizioni per riaprire in sicurezza, grazie a protocolli condivisi e a nuove modalità di acquisto e fruizione degli impianti e delle relative strutture. Di questo, oltre che dei numeri che riguardano la montagna bianca e di molte altre questioni a essa connesse, vi parliamo in questo doppio numero, composto da Outdoor Magazine e dal primo Snowbusiness della stagione. Questo sì, regolarmente uscito… Ci troverete anche la presa di posizione di celebri atleti: Tomba, Brignone, Rocca e Fill, tra gli altri. Tutti favorevoli, copione annunciato, a un’apertura regolare (e regolata) delle piste. Tanto più se, come pare, in altri Paesi europei questo avverrà (in Svizzera già si scia, in Austria forse si aprirà).
Ma provando a immaginare uno sviluppo del film meno mainstream e più provocatorio, ci siamo domandati anche se una mancata o tardata apertura possa magari generare anche qualche ricaduta positiva. Che questa situazione così epocale, che ci auguriamo per certi versi possa rimanere unica, possa rimettere al centro del dibattito anche un possibile sviluppo diverso della montagna, specialmente invernale? Meno basato sul business tradizionale e sul turismo di massa? Il problema del resto c’era e ci sarà. Sempre più impianti sono stati dismessi o sono stati sotto utilizzati negli ultimi anni a causa della mancanza di innevamento o dei costi troppo elevati di quello artificiale. Specialmente nelle località sotto a una certa altitudine.
Un modello alternativo, o perlomeno complementare e parallelo, è possibile. Lo dimostrano esempi virtuosi come quello della Val Maira (Cuneo), di cui vi abbiamo più volte parlato. Zero impianti ma presenze in costante crescita negli ultimi anni, grazie a un territorio bellissimo e incontaminato. Ideale per la pratica di attività come ciaspole, trekking invernale, fondo e scialpinismo. Proprio a queste ultime due discipline dedichiamo interessanti inchieste sui magazine. Certo l’argomento è complicato e le variabili tante (a partire dal nodo spostamenti tra Comuni e Regioni). Tra farsa, commedia, azione e thriller, i colpi di scena non mancheranno. Ma, è bene ricordarlo, anche la stagione estiva era partita sotto pessimi auspici. Poi la grande paura si è sciolta nel grande sollievo, con un forte recupero sotto tutti i punti di vista e vendite addirittura record in molte aree e categorie. Insomma, un film in parte già visto. Anche se ora a essere più penalizzata è, purtroppo, proprio l’inizio dell’alta stagione. Non resta che scoprire come si evolverà la trama. Sperando nel lieto fine.