
Il Microfibre Consortium (TMC), in collaborazione con i suoi membri, sta eseguendo un programma di ricerca specifico sulle fibre, per aiutare l’industria tessile a ridurne la frammentazione e la dispersione nell’ambiente. Oggi ha rilasciato un aggiornamento, in cui annuncia che al momento sono stati testati oltre 200 materiali e filati e che le informazioni ricavate faranno parte di un nuovo database (già in fase di elaborazione).
Esattamente un anno fa, TMC e l’Università di Leeds avevano presentato il primo metodo al mondo per la misurazione della perdita di microfibra dai tessuti, delineando i piani per lo sviluppo di un database completo sulla frammentazione delle fibre. Questo lavoro, che ha impegnato tutto il 2020, è stato possibile grazie ai campioni di materiali e filati che sono stati forniti dal marchio TMC, dai membri del retail e dai fornitori. Il consorzio prevede di condividere maggiori informazioni sul progetto nel corso dell’incontro virtuale “Fibre Fragmentation” in collaborazione con Planet Textiles e in programma dal 23 al 26 marzo 2021.
“Questa ricerca su oltre 200 campioni di tessuti e filati strategici è un passo avanti pionieristico nello sviluppo di un database sulla frammentazione delle fibre, che sarà sottoposto a ulteriori beta test con i principali membri di TMC entro la fine del 2020”, commenta Phil Patterson, amministratore delegato della società di consulenza tessile Colour Connections e presidente del consiglio di amministrazione di TMC.
Al contempo è stata data anche la notizia che, dal prossimo mese, Trudy Watson farà parte del consorzio come specialista tecnico permanente, dopo aver sostenuto il team come consulente per tutto l’anno. “Spinta dalla curiosità di imparare, capire, trovare soluzioni e attuare il cambiamento, sono entusiasta di entrare a far parte del Microfibre Consortium e contribuire a ridurre la frammentazione delle fibre e il loro impatto ambientale”, il suo commento.
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