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Dopo le idee e opinioni espresse dei responsabili di Utlo, Garda Trentino Trail e Bettona Crossing, proseguono le nostre interviste a organizzatori e presidenti delle competizioni che si sono potute svolgere negli scorsi mesi, subito dopo il termine del lockdown. Ci siamo rivolti direttamente a loro per capire cosa li ha spinti a confermare gli appuntamenti, quanta responsabilità si sono dovuti assumere e in che modo sono riusciti a rispettare le normative. Ma anche qual è stato l’atteggiamento degli atleti alla ripresa delle gare e quale il supporto degli sponsor, che talvolta non hanno sostenuto la situazione post emergenza. Questa volta a risponderci è stato Mario Poletti, presidente del circuito Fly-Up.

Competizione: circuito Fly-Up
Data, gara e luogo: 1 agosto Magut Race a Songavazzo (Bg), 16 agosto Buldet Vertical a Onore (Bg), 13 settembre Valzurio Trail a Oltressenda Alta (Bg), 25 ottobre Val del Riso Trail a Gorno (Bg)
Percorsi: vertical sprint, vertical, trail 20-25 km
Sponsor tecnici: SCOTT, UniAcque, Lovato Electric, Prefabbricati Moioli ed ElleErre
Sito web: fly-up.it
Canali social: Facebook e Instagram “Fly-Up”.

(L’intervista risale al periodo precedente all’approvazione del nuovo Dpcm)

 

Il periodo che stiamo vivendo vi ha sicuramente messo a dura prova e per resistere ci vuole tanta motivazione e passione. Quando avete scelto di confermare la gara e cosa vi ha spinto a farlo?
Da 13 anni come Fly-Up Asd siamo impegnati nella promozione dello sport e del territorio, privilegiando piccoli comuni e angoli di Orobie che a molti sono sconosciuti. In inverno avevamo preparato e pianificato ogni evento e, dopo il lockdown, una volta ripartiti ci siamo immediatamente rivolti alla Federazione internazionale a cui siamo affiliati, confermando che, con l’ok dei comuni ospitanti, sarebbe stato possibile riprendere l’attività.
Siamo una squadra composta da sole 10 persone, ma siamo in grado di allestire un evento in una decina di giorni in modo veloce e professionale, un aspetto che considero la nostra vera forza.

Quant’è la responsabilità che vi siete dovuti assumere per garantire lo svolgimento della gara? Avete avuto supporto o tutela da qualche ente?
Ogni comune ci ha chiesto diverse garanzie e noi abbiamo risposto prontamente, introducendo addirittura ulteriori accorgimenti per garantire la massima sicurezza di atleti e pubblico.

Con il senno di poi rifareste la gara?
Sicuramente sì, anche se gli impegni economici sono stati maggiori. Ma, grazie alla credibilità e visibilità che da anni offriamo ai nostri sponsor, siamo stati in grado di sopperire.

Quali sono le normative imposte (partenza, ristori, villaggio, ritiro pacco gara, premiazione)? Come vi siete organizzati per rispettarle?
Dove possibile abbiamo circoscritto l’area per atleti e pubblico, misurando a tutti la temperatura in ingresso e contrassegnandoli con un bracciale fluorescente. Le partenze (a cronometro o in linea) sono state divise fra uomini e donne, mentre i ristori garantiti ogni 5 km, con l’utilizzo di soli bicchieri di carta riciclata, che venivano consegnati direttamente dal personale addetto, senza alcun contatto.

Ci sono ulteriori accorgimenti che avete messo in atto e che vanno oltre le normative?
Abbiamo eliminato le docce garantendo solo un deposito borse e sostituito i bagni delle strutture esistenti con quelli chimici esterni. Poi abbiamo rimpiazzato il tradizionale pasta party, con la distribuzione, direttamente all’arrivo, di due panini e una bibita a ciascun atleta, in modo da evitare ogni tipo di assembramento.

A livello numerico: iscrizioni? Maggioranza di donne o uomini?
Il nostro numero massimo è di 250 atleti, con una percentuale del 25% di donne, con una decina di top runner.

Alcuni organizzatori ci hanno raccontato di record di iscritti. Associate questo fenomeno a una riduzione del numero di gare e conseguente concentrazione in quelle confermate o all’aumento della pratica della disciplina?
Per quanto ci riguarda, quest’anno le iscrizioni sono arrivate più lentamente del solito per svariati motivi, come la mancanza di certificati medici e la poca preparazione specifica, che ha spinto alcuni atleti a privilegiare lunghe escursioni.

Vi è stato rispetto delle norme?
Sì molto. Il comportamento dei partecipanti è stato impeccabile prima e dopo la gara, con un completo rispetto delle norme, garantito anche grazie all’aiuto del nostro staff, sempre pronto a ricordare le disposizioni da seguire. Abbiamo ricevuto molti complimenti per la gestione degli eventi, che ci ripaga di tutti gli sforzi fatti per realizzarli.

Molti brand a causa dell’emergenza hanno bloccato i budget destinati alle gare, Come si sono comportati i vostri? Cosa ne pensate a riguardo? Quanto conta per voi la loro presenza?
Abbiamo avuto una sola disdetta da parte di uno sponsor che ci segue da anni, mentre agli altri abbiamo garantito ogni sgravio di responsabilità.

Avete ricevuto supporto anche da altri enti locali o regionali?
UniAcque, che si occupa della distribuzione idrica nella provincia, nella persona del presidente e consigliere regionale Paolo Franco, ha riconosciuto la nostra passione e professionalità nel promuovere il territorio, e sono stati presenti a tutti gli eventi con una casetta mobile per distribuire l’acqua.

 

Nicola Gavardi, communication manager e PR di Scott

La partnership tra il circuito e SCOTT dura ormai da anni ed è sempre realizzata con  l’obiettivo di rafforzare la presenza del marchio sul territorio, per creare così un legame con i negozianti. Per capire anche il loro punto di vista, abbiamo rivolto qualche domanda anche a Nicola Gavardi, communication manager e PR dell’azienda.

Molti brand a causa della pandemia hanno bloccato o ridimensionato i budget destinati alle gare, cosa pensate rispetto a questa tematica? Nel vostro caso è cambiata la strategia riguardo la sponsorizzazione di gare?
La nostra strategia è stata quella di mantenere gli investimenti in atto in quanto le parole prese e gli accordi valgono più di ogni cosa per il team SCOTT. Tutto il pacchetto gare verrà riconfermato per il 2021.

Cosa vi aspettavate dagli eventi dopo il lockdown? Cos’è successo in realtà e cosa invece vi ha sorpresi?
Le attività sul campo sono da sempre una nostra priorità perché ci permettono di mantenere un contatto con il dealer e il consumatore finale. Lo sport è libertà e le restrizioni in atto non ci permettono di vivere al 100% le nostre passioni. In questo periodo abbiamo partecipato a qualche evento in modalità low profile, ma non ci sono le condizioni per partecipare con serenità e spensieratezza. Questo aspetto ci manca molto.

Troverete l’inchiesta sulla ripresa delle gare e le interviste complete sul numero 10 di Outdoor Magazine.