
Millet, il marchio di riferimento nell’abbigliamento e attrezzature dedicate al mondo verticale, si affida ai suoi atleti per trasmettere un messaggio di incoraggiamento nella fase di pianificazione della ripartenza nel Paese.
Francesco Ratti, atleta Millet e guida della Compagnia delle Guide del Cervino, racconta come sta affrontando la ripartenza. Parole d’ordine: ripartenza graduale, carichi di lavoro progressivi, allenamento da soli e distanza di sicurezza se capita di incontrare escursionisti. Ma non solo! Il progetto del K2, la montagna delle montagne, l’estate sulle Alpi, e l’immagine di Sichuan nei giorni bui del lockdown.
L’attesa Fase 2 è arrivata: come ti sei preparato a questa nuova sfida?
Finalmente il momento di poter uscire a contatto con la natura è arrivato e siamo tutti molto carichi di poter riprendere a vivere la montagna. Dopo quasi due mesi di allenamenti a secco tra le mura di casa devo ammettere che la cosa più importante e allo stesso tempo più difficile è stata mantenere sempre alti l’entusiasmo e la voglia di ripartire a livello mentale. Abbiamo fatto il nostro dovere ma adesso è giunto il momento di tornare a fare quello che più amiamo.
Quali consigli vuoi condividere con gli atleti e gli appassionati di montagna?
Il periodo passato a casa è stato decisamente lungo: parliamo di 7-8 settimane. Io consiglio a tutti una ripartenza graduale, è impensabile pensare di tornare a fare subito le stesse cose che facevamo due mesi fa quando potevamo allenarci tutti i giorni all’aperto. Di sicuro durante questo ultimo periodo abbiamo tutti lavorato su esercizi di forza e potenza e questi daranno i loro frutti nei prossimi mesi. Ora dobbiamo però ripartire gradualmente imponendoci carichi di lavoro progressivi in modo da ritornare ai livelli di endurance che avevamo prima della chiusura, in modo indolore e soprattutto evitando infortuni che ci costringerebbero ad un ulteriore fermo (che sarebbe davvero una beffa!).
La montagna, il nostro playground. Cosa ti è mancato maggiormente?
La montagna per me oltre che ad essere il mio playground è anche il mio ufficio, il mio svago, il mio relax… la mia casa insomma! Difficile dire cosa mi sia mancato di più ma forse la libertà che troviamo in montagna è la cosa che più ho sognato durante questo periodo.
Come riprenderai gli allenamenti all’aria aperta? Con quali precauzioni?
Le precauzioni principali saranno quelle sanitarie e quindi allenamenti rigorosamente da solo e comunque sempre a distanza di sicurezza da eventuali persone incontrate lungo il cammino. Poi, come dicevo prima, la gradualità sarà la parola d’ordine. Il ritorno su vie impegnative in montagna sarà sicuramente riservato alla “terza” fase in cui la preparazione fisica sarà ottimale.
Puoi suggerirci una nuova routine di training?
Personalmente durante le prossime settimane mi dedicherò a costruire una solida base aerobica e quindi lunghi allenamenti a ritmi lenti, al di sotto della soglia aerobica. Successivamente inserirò sessioni di maggiore intensità per poter sviluppare la forza acquisita durante il lungo periodo di esercizi a casa.
Quale spedizione in montagna hai sognato ad occhi aperti in questi tanti giorni di lockdown?
La montagna che sognavo per questa estate è il K2, la montagna degli italiani, la montagna delle montagne. Purtroppo al momento la nostra spedizione in Pakistan, la cui partenza era prevista per metà giugno, è davvero molto incerta. Inevitabilmente ho dovuto anche pensare ad un eventuale piano B e per fortuna la quarantena ha portato consiglio e delle interessanti idee per quest’autunno! L’obiettivo al momento è ancora il K2 ma se questo non dovesse essere possibile, vorrei concentrarmi su alcuni progetti qui sulle Alpi durante la stagione estiva per poi ripartire in spedizione in autunno.