
Attraverso l’hashtag di riferimento #TimeToPlayInside, Salomon ha intrapreso una serie di iniziative per contribuire alla lotta contro il Coronavirus. A partire dalla donazione di centinaia di paia di scarpe Salomon RX e di calze a compressione, che sono state consegnate al personale medico degli ospedali di Lione, Parigi, Mulhouse, Chambéry, Marsiglia e Annecy. L’azienda ha appreso da partner, amici e familiari dei suoi dipendenti che le calzature RX e le calze a compressione sono molto apprezzate e utili per gli operatori sanitari, che sono al lavoro e in piedi tante ore al giorno. Salomon ha lavorato con le varie Organizzazioni ospedaliere delle città di cui sopra, colpite duramente da questa crisi sanitaria, per far sì che queste calzature fossero approvate per l’utilizzo in ambienti ospedalieri. A breve, dopo che l’azienda avrà identificato altri ospedali in difficoltà, seguiranno nuove donazioni.
In precedenza Salomon aveva pubblicato sui social, insieme a Kilian Jornet, un simpatico pesce d’aprile, che era programmato da diverse settimane. Nel video, Kilian annunciava o il suo falso “ritiro” dal trail running e il suo debutto nella sua nuova carriera dedicata alla pesca. Il Coronavirus si è diffuso in tutto il mondo e negli ultimi giorni il brand ha deciso di usare questo scherzo per permettere a tutti di sorridere un po’, ma anche di cogliere l’occasione per compiere un’azione a scopo benefico. Il 1° aprile, alla fine della giornata, circa 10 ore dopo la trasmissione del video sulla “pesca” di Kilian, il team ha infatti pubblicato un altro video in cui l’atleta spagnolo ha svelato lo scherzo annunciando che avrebbe firmato e regalato tre paia delle sue (preziose) scarpe Salomon a chiunque avesse elargito donazioni all’Organizzazione Mondiale della Sanità o al Fondo delle Nazioni Unite. Il feedback del pubblico è stato decisamente positivo.
Altra azione intrapresa da Salomon è stata quello dello scorso 19 marzo, quando, su iniziativa dell’infermiera Pauline Hibon dell’Annecy Design Center, l’azienda ha donato le sue 400 maschere FFP2 conservate nel dipartimento di “medicina e lavoro” dell’Azienda al Centro Medico di Pringy. Un gesto molto apprezzato dai caregiver in prima linea sul fronte dell’epidemia: “È stato un arrivo inaspettato di materiale che serve per proteggersi, ringraziamo molto per il sostegno”, è stata la nota dei medici.