
Un appuntamento a cui non potevamo mancare quello degli Sport Safety Days di Riva del Garda – la piattaforma d’incontro dedicata agli appassionati di sport indoor e outdoor. Tre incontri dedicati alla valutazione del rischio e alla sicurezza degli sport outdoor (e delle strutture correlate) che si sono tenute presso il Centro Congressi di Riva del Garda (TN) sabato 29 e domenica 30 settembre. Gli incontri, interamente gratuiti e aperti al pubblico, hanno portato a sviscerare le problematiche della pratica sportiva di un settore in costante crescita, con le problematiche che ne derivano. Dalla parte giuridica a quella sportiva, da quella assicurativa a quella gestionale: nessun aspetto è passato sotto silenzio. Alla fine delle giornate, Sport Safety Days ha ribadito con forza il proprio ruolo di piattaforma collaborativa all’avanguardia.
“Questo mondo è appena esploso –ha dichiarato Angelo Seneci, Project Manager dell’evento – con un numero esponenziale di praticanti. Il turismo è arrivato in aree diverse e con nuove aree servono nuovi strumenti. Per questo è nato Sport Safety Days”.
Siti e itinerari outdoor
La due giorni si è aperta sabato mattina con le scuole e con un incontro dedicato al rispetto come sinonimo di sicurezza, mentre il sabato pomeriggio si è entrati subito nel cuore della manifestazione. La valutazione delle corrette modalità di comportamento, per limitare il più possibile il rischio, è stata al centro del primo incontro – “Siti e itinerari attrezzati per lo sport outdoor. Gestione del rischio e responsabilità” – che ha visto una folta partecipazione di relatori e di pubblico. Protagonisti Vincenzo Torti, Presidente del Cai; Luca Biasi, della SAT; Santino Cannavò, Uisp Nazionale; Carlo Bona, avvocato e prof. di diritto privato; Jonathan Crison, FFME – Fédération française de la montagne et de l’escalade; Yuri Gadenz di ITAS Assicurazioni e Angelo Seneci, che ha presentato l’esperienza di Garda Trentino. A moderare il giornalista Luca Calzolari direttore di Montagne360 – la rivista del CAI. Al di là dei temi sollevati, tutti gli esperti e gli interessati hanno concordato che “tutta l’educazione sull’outdoor si basa su un filo sottile tra conoscenza e rischio”, ritenendo che “la vita a rischio zero non esiste e la sicurezza in assoluto non esiste: esiste solo la corretta esecuzione di regole comportamentali fondamentali”. Tra gli interventi del pubblico anche quello di Mauro Girardi di Mmove, associazione di guide locali che ha avviato una partnership con l’azienda Climbing technology, partner dell’evento, per la verifica dei DPI adottati durante le loro uscite, in modo da tenerne controllata l’usura e poter certificare ad ogni uso il corretto stato.
Sale indoor
Il giorno seguente, domenica 30, il dibattito si è spostato su “Sale d’arrampicata – tendere al rischio zero: un dovere di tutti”, con un workshop moderato da Vinicio Stefanello di Planetmountain.com, con la partecipazione di Andrea Bronsino, del settore legale FASI; Angelo Seneci, nelle vesti di Rappresentante italiano al Gruppo di lavoro Strutture per Arrampicata del Comitato Europeo di Normazione; e Nicola Tondini, gestore della storica sala di arrampicata King Rock Verona, portatore dell’esperienza pratica di dieci anni d’attività. Il fenomeno delle sale, esploso rispetto agli anni passati, si è trovato a crescere all’interno di un sistema di regole ancora impreciso. Ma le sale indoor, rispetto alla classica arrampicata outdoor, si differenziano per la possibilità di portare davvero a zero il rischio: “Dobbiamo dire chiaramente quali sono le regole precise di ogni impianto – ha detto Bronsino, “e che seguirle alla perfezione annulla del tutto il pericolo”. Durante il dibattito in sala sono state presentante anche proposte concrete, come ad esempio la possibilità di ideare dei video di promozione che siano anche tutorial della disciplina. Seneci, a fine dibattito, ha voluto tracciare un bilancio dei lavori con un riferimento diretto alla situazione indoor in Italia: “L’importanza dell’evento non si riduce alla mera partecipazione, ma è diretto a convogliare l’interesse comune delle federazioni, che hanno partecipato con entusiasmo: ed è la prima volta che ci si trova tutti insieme. Stiamo lavorando su varie idee, come implementare la sicurezza e arrivare all’obbiettivo del rischio zero –ha concluso Seneci – “Ma attenzione a non misurare un mondo che sta crescendo con un metro antico. Rischieremmo di arrivare a una regolamentazione troppo rigida che non utilizzeremmo nemmeno per noi stessi”.
Aree sciabili
L’ultimo convegno – La gestione del rischio nelle aree sciabili – si è svolto invece nel pomeriggio di domenica, a conclusione di un ideale percorso. Moderati da Leonardo Bizzaro, giornalista de La Repubblica, si sono avvicendati vari relatori: Francesco Bosco, direttore Funivie Madonna di Campiglio; Gianluca Tognoni, coordinatore dei previsori AINEVA; Adriano Favre, direttore del Soccorso Alpino Valle d’Aosta; Luciano Stampa, vicepresidente dell’Associazione Maestri di Sci Italiani; Daniele Forelli, Commissione Tecnica Nazionale del Collegio Nazionale Guide Alpine. Nel corso del dibattito, si è ricercata un’unità di intenti e di metodi. “Il pericolo della neve – ha spiegato Forelli – è che ci appare istintivamente come un elemento amichevole, giocoso. In pochi sono portati a considerarne il rischio”. L’unica soluzione rimane l’educazione. Alla fine del dibattito, costruito su una prospettiva interregionale, si è arrivati alla consapevolezza comune della necessità di una legislazione più moderna, per aiutare e non limitare operatori e amministratori. Tra gli interventi del pubblico anche quello di Manuel Lugli, responsabile comunicazione Ortovox Italia, che ha parlato della partnership con le guide alpine di Mmove, per la verifica e l’aggiornamento dei dispositivi Artva del brand svizzero e ha parlato delle iniziative che il marchio porta avanti per trasmette la cultura della conoscenza della montagna invernale.
La cornice dell’iniziativa
Sport Safety Days si inserisce all’interno del contesto della terza edizione di Trentino Sport Days, iniziato venerdì presso il quartiere Fieristico di Riva del Garda. La manifestazione si è aperta con la giornata dedicata al progetto di Alfabetizzazione Sportiva ideato dalla Provincia Autonoma di Trento e realizzato in collaborazione con il Coni di Trento: 1419 studenti trentini hanno potuto cimentarsi in tante discipline diverse. Durante il sabato e la domenica di Trentino Sport Days sono state tante le iniziative che hanno appassionato persone di tutte le età. Tornei, dimostrazioni e show hanno entusiasmato il pubblico della fiera che ha partecipato con interesse agli stage e agli incontri proposti. A completare l’offerta un’area commerciale dove fare acquisti sportivi per arrivare preparati ed equipaggiati alla stagione sportiva 2018/2019.
Conclusioni
Il bilancio finale della due giorni dunque non può che essere positivo. Tutti i partecipanti hanno applaudito alla creazione di un evento che per la prima volta ha unito le conoscenze e le esperienze delle varie voci in gioco. Solo attraverso l’impegno di chi lavora sul campo si può coltivare la cultura del rischio e la consapevolezza del pericolo. I relatori hanno evidenziato lo stesso vulnus: la vita degli utenti rimane nelle mani degli utenti stessi. Lo scopo di Sport Safety Days è proprio quello di portare gli utenti a quel livello di consapevolezza necessaria per gestire il rischio. I metodi di insegnamento comuni non si devono basare su rigide prescrizioni, ma sull’impegno, sulla passione, sulla partecipazione e su un’informazione il più possibile unitaria e capillare. Da parte nostra non possiamo che confermare l’importanza della creazione di una piattaforma d’incontro su questi temi ed esprimere forse solo un po’ di rammarico per le presenze che seppur qualificate erano forse un po’ sotto le aspettative. Verrebbe da chiedersi dove erano tanti operatori del settore, o enti locali e attività turistiche che fanno dell’attività fisica all’aperto una delle rispettive prerogative. Non possiamo che augurare dunque alla piattaforma di continuare su questa strada, certi che con un dibattito aperto l’interesse di un più ampio pubblico non potrà che essere la logica conseguenza. Per quanto riguarda i due incontri cui abbiamo partecipato, quello del sabato pomeriggio e della domenica, suggeriamo solo di dedicare magari uno spazio più breve agli interventi introduttivi dei relatori, per dare poi più tempo al dibattito aperto, che in effetti si è subito accesso in modo costruttivo e multilaterale.