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Spesso ignorate a favore delle Dolomiti più celebri, le Vètte Feltrine offrono paesaggi unici e di elevatissimo valore ambientale, dove lo sguardo può correre verso il cuore dei Monti Pallidi, da una parte e le Prealpi venete, dall’altra. Oltre a quel senso di isolamento e silenzio, che i posti più turistici hanno perso, camminare su crinali e creste dove passava il confine tra la Repubblica di Venezia e l’Impero Asburgico, vuol dire anche seguire le tracce di pastori, contrabbandieri e soldati, oppure fare incontri difficili da dimenticare, come quello con Ruggero e Linda che ogni estate, con i loro bimbi, abbandonano la comoda vita della valle per fare i malgari nell’alpe di Nèva o come quello con Silvano, custode forestale dei boschi del Comune di Mezzano.

Dalla collaborazione tra Aku e la Sezione CAI Feltre è nata l’idea di proporre nelle Vètte Feltrine un anello escursionistico che, in più tappe, segue la linea di confine tra le province di Trento e Belluno, tra il Primièro e la Vallata Feltrina. Il percorso, denominato “La via del confine pacifico”, è stato descritto tra l’altro nel numero di agosto-settembre della rivista Skialper (in copertina una delle foto del reportage di Federico Ravassard che troverete nell’articolo).

«La finalità di questo percorso, che ha il pregio di unire alcuni dei più suggestivi sentieri CAI del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi» precisa il presidente del CAI Feltre, Ennio De Simoi «è di camminare, senza fretta, in ambienti naturali unici al mondo e di promuovere il rifugio come luogo in cui vivere un’esperienza autentica a contatto con la natura e la montagna»

Il trekking è un anello e si può percorrere, in base al tempo disponibile e alla preparazione fisica, in 2 o 3 tappe. E’ possibile partire sia dal versante nord, che sud delle Vètte Feltrine (dalla Val Canzoi o dal Passo Croce d’Aune piuttosto che dalla Val Noana) e procedere sia in senso orario che antiorario. I rifugi dove appoggiarsi sono il rifugio Bruno Boz, il rifugio Giorgio Dal Piaz e il rifugio Vederna.